Se io potessi aprire le porticine d'oro, d'argento, di bronzo o di legno dei tabernacoli di tutto il mondo, e non solo quelli manifestamente abbandonati, sporchi o mal custoditi, ma anche quelli più curati e visibilmente frequentati, e domandassi a Gesù che vive in essi:
- Soffri qui l'abbandono degli uomini?
- Anche dei tuoi amici?
- Hanno essi con te un rapporto come quello tra persone e intimo?
Che risponderebbe Gesù?
Il primo venerdì del marzo 1910, nel tabernacolo della parrocchia di San Pietro in Huelva (Spagna), dove Gesù aveva patito tanto abbandono, sorse, come eco di una risposta molto triste di Gesù a quelle domande, un'opera composta di anime che si impegnavano a dichiarare guerra, e guerra senza quartiere, ad ogni forma di abbandono, chiamasi essa solitudine, indifferenza, durezza di cuore, ingratitudine, infedeltà, slealtà per e con Gesù nel tabernacolo. Questa Opera è l'Opera delle Tre Marie e dei Discepoli di San Giovanni per i Tabernacoli-Calvari.
Il suo motto: A maggior abbandono degli altri, più compagnia propria.
Il suo grido di guerra: Anche se tutti... io no.
Il suo anelito incessante: Dare e cercare organizzata e permanente riparazione al Cuore di Gesù Sacramentato del suo abbandono (esteriore ed interiore) nella Messa, Comunione, Presenza reale permanente con la compagnia di presenza, compassione, imitazione, fiducia, in unione di Maria Immacolata, del discepolo fedele e delle Marie che gli fecero compagnia ai piedi della croce...
Che bello porre tra queste due parole: tabernacolo e abbandono, la presenza più perenne dei vostri corpi e delle vostre anime; la compassione più sentita verso i sentimenti del Cuore di Gesù sacramentato; la imitazione più fedele della sua vita eucaristica e la fiducia più remissiva nel suo amore misericordioso!"
San Manuel González
Nessun commento:
Posta un commento