mercoledì 28 settembre 2016

Il miracolo per intercessione di don Manuel

   Il miracolo avvene nel 2008 a Madrid: guarigione da un linfoma molto agressivo. La persona sanata è la sig.ra Maria del Carmen Varela Feijóo. Dopo che fu diagnosticato il cancro, ricevette da don Francisco Teresa León l'immaginetta del beato Manuel González ed una sua reliquia, con l'invito ad invocarne l'intercessione. Nei controlli medici successivi furono rilevate buone condizioni generali e la remissione del linfoma.

Maria del Carmen, suo marito ed il sacerdote che le aveva
consegnato l'immaginetta con la quale ha chiesto la sua guarigione

"Il miracolo è il sigillo di Dio sulla valutazione umana. In tal modo c’è armonia tra la volontà umana di glorificare un SdD e la volontà divina. Inoltre, i santi, sull’esempio di Gesù, con i miracoli – che possono essere guarigioni, scampati pericoli, moltiplicazioni di cose (come l’evangelica moltiplicazione dei pani), rianimazioni - mostrano la presenza provvidente di Dio sempre in opera nella storia a favore dell’umanità bisognosa" (S.Em.Card. Angelo AMATO, s.d.b)

mercoledì 21 settembre 2016

Essere apostolo!

   Essere apostolo! Aspirazione delle anime grandi, generose, eroiche. 
   Essere apostolo è riempirse, fino a traboccare, di Gesù Cristo, della sua dottrina, del suo amore, della sua virtù, della sua vita, e bagnare fino a inzuppare tutto ciò che ci tocca o si avvicina a noi; è saziarsi fino ad ubriacarsi del vino della conoscenza e dell’amore intensi di Gesù Cristo e uscire per le strade ebbri; è farsi pazzi di un solo tema, cioè: Gesù crocifisso e sacramentato non debe essere abbandonato.
   Essere sempre apostolo! Stare sempre a fare qualcosa con la parola o con l’intenzione affinché Gesù, re del nostro cuore e centro della nostra vita, sia un po’ più conosciuto, amato, servito, imitato e glorificato.
   La catena è questa: apostolo in quanto testimoni; testimoni in quanto amici; amici in quanto intimi.

Beato Manuel González 

Manuel González, modello di fede eucaristica, 
apostolo dell'Eucaristia

venerdì 16 settembre 2016

Programma Canonizzazione Manuel González


Sabato 15 ottobre

Celebrazione di accoglienza – Ore 18.00

Adorazione Eucaristica
Presiede: Mons. José Vilaplana, Vescovo di Huelva (Spagna)

Basilica Sant'Andrea della Valle (Corso Vittorio Emanuele)

Domenica 16 ottobre

Messa di Canonizzazione  - Ore 10.15
Piazza San Pietro

Pranzo festivo - Ristorante Villa Rinaldo all’Acquedotto (Appia Nuova, 1267) Trasferimento in pulman da Piazza San Pietro, previa iscrizione

Lunedì 17 ottobre 

Messa di ringraziamento – Ore 8.00
Presiede: Card. Angelo Amato, s.d.b.,  Prefetto della Congregazione per le cause dei santi

Basilica Santa Maria Maggiore
(I sacerdoti che desiderano concelebrare devono portare camice e stola)

Informazioni:
Missionarie Eucaristiche di Nazaret
Via Zucchelli, 11 – 00187 Roma
Tel. 06 42010145
e-mail: miseuc.roma@gmail.com

mercoledì 14 settembre 2016

Il cammino della trasformazione

"Lasciamoci sorprendere da Dio"

Dal Vangelo secondo Luca: 10, 1-10
   “Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».  Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo;  il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

   Zaccheo é un personaggio dal Vangelo a chi l’incontro con la misericordia di Dio ha operato un cambiamento straordinario, aprendo per lui la porta della trasformazione della vita nei suoi rapporti con Dio, con se stesso e con gli altri. Con questo brano dal vangelo, nel contesto del anno giubilare, possiamo paragonare la trasformazione che la grazia carismatica ha operato nel Beato Manuel González. Una grazia gratuita, dono della misericordia di Dio, accolta col cuore aperto in una circostanza quotidiana nel contesto d’una missione.

Prima trasformazione: Il rapporto con Dio
   “un uomo di nome Zaccheo… cercava di vedere Gesù…”
   Il Signore vide proprio Zaccheo e si rivolge  a lui per nome. Zaccheo fu visto e vide; ma se non fosse stato veduto, non avrebbe visto. Zaccheo è davanti a una nuova scoperta: chi é Dio. Dio lo sorprende e trasforma la sua vita.   
   Anche il Beato Manuel a Palomares del Río cercava  Gesù: 
   “Me ne andai direttamente al tabernacolo, in cerca di ali al mio caduto entusiasmo … e che Tabernacolo… Che Tabernacolo Dio Mio!  E che sforzo dovettero fare la mia fede e il mio coraggio per non tornare … e andare via…”.
Dio lo sorprende e li fa scoprire il suo volto in un modo nuovo. Trasforma le sue idee, i suoi sogni, dandoli un nuovo senso di pienezza alla sua amata vocazione.
   “C’è stato un momento nella mia vita, in cui ho sperimentato la chiamata del Signore, una chiamata a vivere una intimità più profonda, a vivere solo per Lui”.

   “Gesù alzò lo sguardo” 
   Fermiamoci un attimo a pensare allo sguardo di Gesù. Quel sguardo che accolse Zaccheo e li fa sentire la gioia di essere apprezzato, accolto e amato di manera speciale è lo stesso sguardo di cui parla il Beato Manuel González a Palomares del Río:
   «Lì, in quel Tabernacolo, scoprii un Gesù così paziente, così buono, che mi guardava...».
   Quelli sguardi che si incontrano, come ha anche sperimentato Zaccheo, è stato l’inizio di un rapporto diverso con Dio nostro Signore. Un rapporto trasformante, più profondo e personale, che rende diversa la comprensione della vita: 
   “L’mpressione di quel tristissimo Tabernacolo fece in tal modo breccia nella mia anima che non solo non si è cancellata né si cancellerà nella mia vita, ma anzi viene ad essere per me come il punto di partenza per vedere, capire e sentire tutto il mio ministero in una maniera nuova”.
   L’esistenza dei santi più che attirare l’attenzione su di sé esprime la testimonianza di ciò che compie l’amore di Dio nella vita di un uomo, quando lo si lascia operare. Nelle loro vite potremo sempre scoprire la fantasia creativa dell’amore di Dio. 

Seconda trasformazione: Essere in Dio
   “Oggi devo fermarmi a casa tua” 
   “Oggi devo fermarmi a casa tua!” disse Gesù a Zaccheo. “A casa tua!”: nello spazio sacro della tua intimità, lì dove sei in pace con te stesso e vivi nello splendore della verità, della tua identità, quella del tuo essere figlio amato di Dio.
   Nell’Eucaristia Gesù si ferma “a casa nostra” per rimanere con noi. La consapevolezza della sua presenza “con noi” e “in noi” ci trasforma dal profondo e ci apre a esperimentare la misericordiosa compagnia di un Dio che ci riempie il cuore e lo segna con le tracce dell’amore.
   E’ per questa sintonia permanente ed speciale con Gesù e per la sua sensibilità alla presenza eucaristica, che il Beato Manuel González, uomo aperto alle ispirazioni dello Spirito Santo, riesce a capire la novità della sua chiamata configurando in lui una nuova identità:
   “Pero non fuggì. Mi fermai là un lungo tempo e là incontrai il mio piano di missione e animo per portarlo a termine… Quanto bene mi facesti capire ...che il sacerdote non è né meno né più che un uomo scelto e consacrato da Dio per combattere contro l’abbandono del Tabernacolo.” 

Terza trasformazione: L’incontro con i fratelli
   «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri»
   Zaccheo ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza. 
   L’incontro con  Gesù per Zaccheo diventa una novità che lo trasforma anche nel suo modo d’agire. Le prime parole dopo avere ospitato Gesù a casa sua sono state: “Io do”. Lui ha sperimentato  che l’amore di Dio lo spinge a condividere i doni ricevuti da Lui.
   Per il Beato Manuel González l’incontro con Gesù a Palomares del Río è stato un episodio che trasforma e configura i suoi rapporti in un modo diverso. Dopo la scoperta di quella ferita dell’ abbandono di Gesù e della sua solitudine, essi diventano l’occasione per avvicinare a tutti all’ eucaristia, e conformandosi a Cristo è diventato in mezzo ai fratelli un riflesso di quella tenerezza e misericordia. 
   «Per i miei passi non voglio che un sentiero, quello che porta al Tabernacolo, e camminando per quel sentiero incontrerò affamati e poveri di molte classi… e farò discendere su di loro la gioia della Vita». “È stato un incontro che ha trasformato per sempre la mia vita. Nel mio cuore ho sperimentato una nuova nascita, una doppia nascita: eucaristica e missionaria. Ho scoperto una forma nuova di capire e di vivere la mia fede e la mia vocazione”.
   Queste parole del Beato, tra poco nuovo santo riconosciuto dalla Chiesa, tracciano il profilo di quella che è stata la sua vita. Con ragione Papa Giovanni Paolo II lo ha proposto come «modello di fede eucaristica».


martedì 13 settembre 2016

La chiamata alla santità

 

   Vogliamo lodare Dio per il dono della chiamata alla santità che ci spinge a tutti noi, membri della Famiglia Eucaristica Riparatrice, ad accogliere col cuore aperto la grazia che ci viene donata con la canonizzazione del Beato Manuel González nel contesto dell Giubileo della Misericordia.

   I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. 

   Una vita santa non è frutto dell’azione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci è comunicata e che ci trasforma. La santità ha dunque la sua radice ultima nella grazia battesimale, nell’essere innestati nel Mistero pasquale di Cristo, con cui ci viene comunicato il suo Spirito, la sua vita di Risorto. (Papa Benedetto XVI)

   Il desiderio di Papa Francesco è che questo Anno Santo possa diventare un'occasione per "vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita”. In questo senso la misericordia apre per noi la porta della santità. 

O Dio, nostro Padre, Tu sei l’unica fonte di ogni santità. 
Aiutaci a raggiungere la pienezza del Tuo amore imitando il tuo Figlio, 
Gesù Cristo, che ci ha mostrato l’importanza di ricercare sempre 
ciò che fa piacere a te, a costo di morire a noi stessi.

venerdì 9 settembre 2016

Modello di fede eucaristica

«Il beato Manuel González è un modello di fede eucaristica, 
il cui esempio continua a parlare alla Chiesa di oggi» 
(San Giovanni Paolo II, 29 aprile 2001)

Conquistato da uno sguardo
«Lì, in quel Tabernacolo, scoprii un Gesù così paziente, così buono, che mi guardava...».

Spinto da una sorgente
«Apostolo è, sì, un inviato di Gesù con una sola occupazione: andare verso il Signore, e un solo fine: partire da Gesù, fungendo da Gesù tra la gente e tornare dopo aver donato Gesù a molte anime».

Illuminato dal Vangelo vivo
«Vivere il Vangelo così fedelmente, così chiaramente, che, col solo guardarci, tutti sentano e comprendano Gesù Sacramentato. Più che motivi di credibilità, gli uomini del nostro tempo hanno bisogno ed esigono il grande esempio di credibilità della nostra vita evangelica».

Assetato di eucaristizzare le anime 
«Quanto immensamente felice sarò quando scorgerò le irradiazioni della lampada del Tabernacolo sulla fronte sudata degli operai, sul volto sorridente dei fanciulli, sulle gote rosse  delle giovani, sui solchi e sulle rughe degli anziani e dei sofferenti!»

Appassionato del sacerdozio
«Per la consacrazione sacerdotale il sacerdote ha misticamente smesso di essere un uomo per incominciare a essere un Gesù. Una specie di transustanzazione è avvenuta in lui: le apparenze sono dell’uomo, la sostanza è di Gesù»

Portato a comunicare il dono ricevuto 
«Formare lo spirito eucaristico, di vite consacrate a dare e cercare, al cuore di Gesù Sacramentato  riparazione del suo abbandono interiore ed esteriore [NT: in cui l’hanno lasciato gli uomini], mediante la compagnia di presenza, di compassione, d’ imitazione e di confidenza»

Risoluto a vivere in pienezza la sua vocazione
«Io non voglio essere il Vescovo della sapienza, né dell’attività, né dei poveri né dei ricchi, io voglio essere soprattutto  il Vescovo del Tabernacolo abbandonato».


giovedì 8 settembre 2016

La pietà eucaristica era la costante della vita del beato Manuel González

Con la gioia incommensurabile di conoscere la data in cui sarà canonizzato il beato Manuel González, fondatore della Famiglia Eucaristica Riparatrice, abbiamo intervistato S.Em.Card. Angelo AMATO, s.d.b., prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

Il Cardinale Angelo Amato è nato a Molfetta (Bari, Italia), l’8 giugno 1938. Dopo aver ottenuto la licenza in teologia alla facoltà di teologia dell'Università salesiana, a Roma, è stato ordinato sacerdote il 22 dicembre 1967. Iscrittosi alla Pontificia Università Gregoriana, nel 1974 ha conseguito il dottorato in teologia ed è stato subito chiamato all'insegnamento della materia. Ha studiato in Grecia, come borsista del patriarcato di Constantinopoli. Nominato il 19 dicembre 2002 Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ed eletto alla Sede titolare di Sila con il titolo personale di Arcivescovo, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 gennaio 2003 da san Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana. Il 9 luglio 2008 Benedetto XVI lo ha chiamato a succedere al cardinale José Saraiva Martins come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e l’ha creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, della Diaconia di Santa Maria in Aquiro.

Eminenza, Lei è il prefetto di una Congregazione che ha la missione di promuovere il riconoscimento della santità dei figli della Chiesa. Quale è il compito principale di questo dicastero? È diverso il lavoro in ogni causa?

Il lavoro fondamentale è la valutazione della vita virtuosa dei Servi e delle Serve di Dio. Ogni causa di beatificazione e canonizzazione ha due momenti: il momento diocesano, con la raccolta delle testimonianze sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità e di segni (miracoli) dei SdD, e quello romano, che, dopo essersi espresso sulla validità  dell’inchiesta diocesana, procede alla elaborazione della Positio sotto la guida di un Relatore della Congregazione delle Cause dei Santi. Il dossier della Positio viene poi valutato dai consultori storici, dai consultori teologi e, infine, dai Padri Cardinali e Vescovi della Congregazione. Se i voti sono positivi il Prefetto presenta la causa al Santo Padre per la sua decisione finale. Viene così pubblicato il decreto della Venerabilità dei Servi di Dio o del Martirio.

Sappiamo che la Chiesa per approvare la santità di una persona che non ha subito il martirio chiede due miracoli attribuiti alla sua intercessione (uno per la beatificazione e uno per la canonizzazione). Perché la Chiesa esige questa verifica?

Il miracolo è il sigillo di Dio sulla valutazione umana. In tal modo c’è armonia tra la volontà umana di glorificare un SdD e la volontà divina. Inoltre, i santi, sull’esempio di Gesù, con i miracoli – che possono essere guarigioni, scampati pericoli, moltiplicazioni di cose (come l’evangelica moltiplicazione dei pani), rianimazioni - mostrano la presenza provvidente di Dio sempre in opera nella storia a favore dell’umanità bisognosa.

I santi hanno vissuto in momenti e circostanze concrete, che non sempre si ripetono nella storia. 
Quali valori e virtù del beato Manuel González pensa siano più significativi per l’uomo di oggi? Quali possono essere le piccoli luci che guidano il suo cammino nel secolo XXI?

Dico subito che le autentiche virtù non tramontano mai, sono sempre valide, come sono sempre validi i gioielli d’oro. Anzi, più il tempo passa e più il loro valore aumenta. Le virtù, ad esempio, della fede, della speranza e della carità sono dei diamanti che orneranno sempre la veste preziosa dei figli della Chiesa. La carità, poi, non avrà mai fine.
Il Beato Manuel González resta ancora oggi un modello straordinario di fede, soprattutto per il suo amore all’Eucaristia, pane di vita e fonte di santità. Egli era un sacerdote e un vescovo con il cuore misericordioso di Gesù, buon pastore. La sua spiritualità eucaristica è un prezioso vademecum valido ancora oggi.

Sua Eminenza ha pubblicato recentemente il libro «I santi, messaggeri di misericordia», nel quale presenta, tra molti altri, la figura del beato Manuel González. 
Quali ripercussioni ha nella Chiesa la sua canonizzazione dato che viene celebrata in questo Anno della Misericordia?

Il carisma eucaristico del nostro Beato ha una indiscutibile valenza pastorale e spirituale. Come ho scritto nel libro citato: «Questo suo amore eucaristico lo partecipava ai fedeli, invitati a fare frequenti visite al tabernacolo. Voleva che il Signore non rimanesse mai solo. Per questo organizzava turni di veglia eucaristica riservati ai bambini, ai giovani e agli adulti e anche adorazioni notturne. Invitava a pregare molto per i peccatori. La sua vita sembrava una continua adorazione eucaristica. Quando era parroco a Huelva, dopo aver aperto la chiesa, si recava a pregare davanti al tabernacolo e lì passava molte ore. Durante la sua permanenza a Madrid, quelli che andavano a visitarlo erano sicuri di trovarlo in chiesa, di trovarlo «lì». La stessa passione eucaristica la dimostrò come vescovo di Palencia. La pietà eucaristica era il suo carisma, la costante della sua vita. Sembrava che vedesse e toccasse il Signore. Questa sua conversazione eucaristica la riversava nelle parole, nelle fondazioni, negli scritti. Era un vero apostolo dell’eucaristia. Era il sacerdote e il vescovo dei tabernacoli abbandonati».

Noi che ci sentiamo partecipi del carisma eucaristico-riparatore stiamo vivendo momenti di autentica gioia, perché con la canonizzazione del beato Manuel González, la Chiesa indica questo cammino eucaristico-riparatore come cammino di santità. 
In quale modo la canonizzazione ci aiuterà a rivitalizzare il nostro carisma?

La canonizzazione farà conoscere a tutta la Chiesa la figura del nostro Beato e il suo particolare carisma eucaristico-riparatore come cammino di santità ancora oggi. Credo che per i suoi figli spirituali sia questo un tesoro da custodire e da valorizzare al massimo, mediante una vita eucaristica e un’azione apostolica e missionaria di bontà e di misericordia.

mercoledì 7 settembre 2016

La canonizzazione del beato Manuel González all’orizzonte

MANUEL GONZÁLEZ GARCÍA
VESCOVO DI MALAGA E DI PALENCIA
FONDATORE DELL'UNIONE EUCARISTICA RIPARATRICE
E DELLE MISSIONARIE EUCARISTICHE DI NAZARET

   «Per i miei passi non voglio che un sentiero, quello che porta al Tabernacolo, e camminando per quel sentiero incontrerò affamati e poveri di molte classi… e farò discendere su di loro la gioia della Vita». Queste parole del nuovo santo tracciano il profilo di quella che è stata la sua vita. Con ragione Papa Giovanni Paolo II lo ha proposto come «modello di fede eucaristica».
Manuel González (1877-1940) nacque a Siviglia e concluse i suoi giorni a Palencia, dove riposano i suoi resti sotto il Tabernacolo della Cattedrale. Come sacerdote (ordinato: 1901) esercitò il suo ministero a Siviglia e a Huelva. Fu Vescovo di Malaga (consacrato: 1916) e Palencia.
   Fondò opere sociali per i più abbandonati in Huelva e costruì un nuovo seminario a Malaga, da dove uscì nel 1931 a causa dell'incendio della sua residenza. Resse la sua sede da Gibilterra e Madrid. Nel 1935 Papa Pio XI gli assegnò la sede palentina; lì consumò l'offerta della sua vita a immagine del Buon Pastore, senza perdere la bontà nello sguardo e il sorriso sulle labbra.
   Nel 1902, nella parrocchia di Palomares del Río, ricevette la grazia che avrebbe polarizzato tutta la sua vita. Così lo racconta: «Andai direttamente al Tabernacolo. Lì la mia fede vedeva un Gesù silenzioso, tanto paziente, che mi guardava, che mi diceva molto e mi chiedeva di più. Uno sguardo nel quale si rifletteva tutta la tristezza del Vangelo: la tristezza di non avere riparo, del tradimento, della negazione, dell'abbandono di tutti».
   Frutto di questa esperienza carismatica, il 4 marzo 1910 a Huelva fondò il primo ramo della Famiglia Eucaristica Riparatrice (formata da laici, consacrati e sacerdoti) con lo scopo di dare e cercare una risposta di amore grato a Cristo Eucaristia, avvicinando tutti alla fonte della Vita che scaturisce dal Mistero Eucaristico.
   Cosciente della portata dei mezzi di comunicazione, fondò due riviste di azione eucaristica: “El Granito de Arena” (adulti) e “RIE” (bambini), e scrisse libri di preghiera, formazione sacerdotale e catechesi.
(Olio su tela, Manuel Higueras)

C’è stato un momento nella mia vita, in cui ho sperimentato la chiamata del Signore, una chiamata a vivere una intimità più profonda, a vivere solo per Lui.
È stato un incontro che ha trasformato per sempre la mia vita. 
Nel mio cuore ho sperimentato una nuova nascita, una doppia nascita: eucaristica e missionaria. 
Ho scoperto una forma nuova di capire e di vivere la mia fede e la mia vocazione.