mercoledì 16 novembre 2016

Perché nasce l'UNER?

Unione Eucaristica Riparatrice
   I carismi sono doni di grazia che il Signore concede a determinate persone perché con la sua vita rispondano ad una necessità esistente nella Chiesa e nel mondo. È una chiamata che la persona non può tenere per sé, è per il bene comune e lo deve manifestare. Tra queste si trova il nostro fondatore, San Manuel González. La intensa vita della sua famiglia e l'esempio di pii sacerdoti lo condussero a scoprire la sua vocazione. Il 21 settembre 1901, ricevette l'ordinazione sacerdotale. Nel 1902 fu inviato a dare una missione a Palomares del Río (Siviglia-Spagna), dove Dio lo segnò con una grazia che avrebbe condizionato tutta la sua vita sacerdotale. Egli stesso ci descrive tale sua esperienza. Dopo aver ascoltato le avvilenti prospettive della sua missione presentategli dal sacrestano, egli dice:

"Mi recai direttamente davanti al Tabernacolo... e, che Tabernacolo, Dio mio! Che sforzi dovettero fare colà la mia fede e il mio coraggio per non tornarmene di corsa a casa mia. Ma, non fuggii. Là, in ginocchio… la mia fede vedeva un Gesù così taciturno, così paziente, così buono, che mi guardava… che mi diceva tante cose e me ne chiedeva di più; uno sguardo, il suo, nel quale si rifletteva tutta la tristezza che emerge dal Vangelo… Lo sguardo di Gesù in questi Tabernacoli è uno sguardo che si fissa nell’anima come un chiodo e non si dimentica mai più. Esso divenne per me come il punto di partenza per vedere, capire e prevedere tutto il mio ministero sacerdotale." 

   Questa grazia andrà poi maturando nel suo cuore. Nel 1905 viene destinato a Huelva (Spagna). Si trovò di fronte ad una situazione di notevole indifferenza religiosa, però il suo amore e le sue capacità seppero aprire vie per ravvivare pazientemente la vita cristiana. Come parroco della parrocchia di San Pietro e arciprete di Huelva, si preoccupò anche della situazione delle famiglie bisognose e dei bambini per i quali aprì scuole. Il 4 marzo 1910, davanti ad un gruppo di donne, fedeli collaboratrici della sua attività apostolica, espose con forza il grande desiderio del suo cuore. Ce lo narra lui stesso così:

"Permettete a me, che invoco molte volte la sollecitudine della vostra carità a favore dei bambini poveri e di tutti i poveri abbandonati, di invocare oggi la vostra attenzione e la vostra cooperazione in favore del più abbandonato di tutti i poveri: Il Santissimo Sacramento... Vi chiedo una elemosina di affetto per Gesù Sacramentato… per amore di Maria Immacolata e per amore di questo Cuore così mal corrisposto, vi chiedo che diventiate le Marie di questi tabernacoli abbandonati".

   Così, con la semplicità del Vangelo, nacque la "Opera dei Tabernacoli-Calvari", opera per dare una risposta di amore riparatore all'amore di Cristo nell'Eucaristia, a esempio di Maria Immacolata, dell'apostolo San Giovanni e delle Marie che rimasero fedeli vicino a Gesù nel Calvario. Oggi l'Opera è conosciuta anche come Unione Eucaristica Riparatrice.
 
"Io ho detto anni fa che l'Opera delle Marie e dei Discepoli di S. Giovanni non è una associazione in più o una confraternita o un movimento in più, ma è una vocazione, e come tale imprime un modo di essere per chi l'abbraccia e deve condizionare tutta la vita" 
(Lettera di una Maria, scritta nel 1935).

lunedì 14 novembre 2016

Per i miei passi

   "Di me so dire che considero uno dei maggiori benefici che il Cuore di Gesù mi abbia fatto nella mia vita, e me ne ha fatti tanti e tanti grandi!, l'avermi richiamato l'attenzione su questo male dell'abbandono del tabernacolo e fattomelo conoscere tanto bene in sé e nelle sue conseguenze che già molto tempo fa consacrai tutto il mio sacerdozio, come ora il mio episcopato, a lavorare, gridare e protestare in tutti i modi possibili contro questo perniciosissimo male, principio e motivo di tutti gli altri mali sociali, domestici e individuali..."


   "Non voglio predicare alle genti, né catechizzare i bambini, né consolare i tristi, né soccorrere i poveri, né visitare i popoli, né atrarre cuori, né perdonare peccati contro Dio o ingiurie contro di me, piuttosto per togliere al Cuore di Gesù Sacramentato il grande dolore del suo abbandono e per portargli il dolce regalo della compagnia delle anime. Io non voglio essere il vescovo della sapienza, né della attività, né dei poveri, né dei ricchi, io non voglio essere più che il vescovo del tabernacolo abbandonato. 
   Per i miei passi non voglio più che un cammino, quello che porta al tabernacolo, e so che andando per questo cammino incontrerò affamati di molte classi, e li sazierò di ogni pane, scoprirò bambini poveri e poveri bambini e mi avanzeranno il denaro e le risorse per aprire scuole e rifugi per rimediare alla loro povertà, mi incontrerò con tristi senza consolazione, con ciechi, con sordi, con invalidi e perfino con morti dell'anima o del corpo, e farò discendere su di loro la gioia della vita e della salute. Io non voglio, io non bramo altra occupazione per la mia vita di vescovo che quella di aprire molte scorciatoie a questo cammino del tabernacolo. Scorciatoie tra questo cammino e i laboratori e le fabbriche degli operai, e le scuole dei bambini, e gli uffici degli uomini d'affari, e i musei e centri dei dotti, e i palazzi dei ricchi e i tuguri dei poveri..." 

San Manuel González

martedì 8 novembre 2016

Le due lampade


"Carità e umiltà! 
Sono queste le due lampade dalle quali vuole essere perpetuamente illuminato nei suoi Tabernacoli il Gesù dell'Ostia silenziosa. 
Questa è la compagnia che veramente lo accompagna" 

San Manuel González

domenica 6 novembre 2016

Il vescovo del tabernacolo abbandonato

San Manuel González
Vescovo di Palencia




“Io non voglio essere vescovo della sapienza, né dell’attività, né dei poveri, né dei ricchi. Non voglio essere niente più che il vescovo del tabernacolo abbandonato” 

San Manuel González

venerdì 4 novembre 2016

Qui c'è Gesù! Qui c'è!

Tomba di San Manuel
(Cappella del Santissimo Sacramento,
Cattedrale di Palencia)


«Chiedo di essere inumato accanto a un tabernacolo,
perché le mie ossa, dopo la morte, 
come la mia lingua e la mia penna in vita, 
dicano sempre a chi passa: 
Qui c'è Gesù! Qui c'è! Non abbandonatelo!
Madre Immacolata, san Giovanni, sante Marie, portate la mia anima alla compagnia eterna del Cuore di Gesù in cielo»

San Manuel González

(Epitaffio scritto da lui stesso)



martedì 1 novembre 2016

Festa di tutti i Santi

"La terra senza santi è come se Dio non abbia amici in essa"

San Manuel González


Buona festa di tutti i Santi!