giovedì 31 marzo 2016

Ti ho scelto...

Ti ha impresionato così dolorosamente
il fatto che non ci fosse nessuno
con me nel Tabernacolo...


Per questo ti ho scelto
perché fossi la mia lampada vivente,
la mano che sempre indicasse verso me,
la voce che parlasse sempre di me,
il piede che si dirigesse sempre verso me,
il cuore che sempre mi amasse.

Beato Manuel González

lunedì 28 marzo 2016

Pellegrino della strada di Emmaus

Gesù, pellegrino non conosciuto della strada di Emmaus, scoprici i misteri che questo passo, uno dei più interessanti del tuo Vangelo, racchiude sopra la preghiera davanti al tuo Tabernacolo.

Come nell’Eucaristia, Gesù è sulla strada di Emmaus reale e sconosciuto, presente e invisibile,
che cerca senza dar a vedere: e gli uomini, duri e ciechi e abbagliati, con difficoltà riescono ad incontrarlo. Raramente sono là dove Egli è. Una delle grandi difficoltà della preghiera davanti al Tabernacolo e particolarmente della preghiera confidente, affetuosa e filialmente intima, è il non renderci perfetto conto che Gesù è lì, vivo, in persona. Nella sua vita eucaristica Gesù soffre ingratitudini, e tante, anche da parte dei suoi. Davanti al Tabernacolo si ripete sovente assai la scena di Emmaus: essere cioè con Gesù e non renderci conto che Egli è con me.
Anche noi, pellegrini della strada misteriosa del Tabernacolo, impariamo dai fortunati viaggiatori di Emmaus a sentire ardere il cuore quando Gesù ci parla e a riconoscerlo quando a noi divide il pane.
Tutto ciò che i pellegrini di Emmaus fecero per rendersi conto della presenza di Gesù è espresso in questa parola: preghiera. Questi due uomini  andavano da Gerusalemme ad Emmaus facendo questa cosa sola: pregavano.
Come pregavano? Tre forme di pregare scopro in questi discepoli:
1. sentendo la mancanza di Gesù,
2. parlando solo di Lui,
3. servendolo con carità nella persona di un pellegrino sconosciuto.
Il pregare sentendo la mancanza di Gesù, lo invita ad avvicinarsi; il pregare parlando con ardore e affanno di Lui e con Lui lo invita a parlare e ad accompagnarsi con loro velatamente; il pregare operando il grande comandamento di Gesù «amatevi gli uni gli altri» e insistendo col «resta con noi perchè si fa sera»; lo obbliga ad entrare, a mangiare con loro e a loro farsi conoscere.
Il Vangelo, descrivendo minuziosamente il viaggio dei due discepoli, nota con attenta cura che essi andavano tristi. E la causa di questa tristezza, risulta chiaro, è l’assenza di Gesù.
Senza dubbio, questa tristezza non nasce da una fede viva, nè da una speranza irremovibile, nè da un amore perfetto, perchè proprio questa fede, questa speranza e questo amore insegnavano che Gesù morto doveva risuscitare, che Gesù partito doveva ritornare, che Gesù assente era sempre presente per quelli che davvero lo amavano.
Questi uomini sentono la mancanza di Gesù, e perchè non lo vedono, perchè non lo sentono, perchè non godono della sua presenza, perchè non riposano nella sua protezione, sono tristi e questa tristezza con tutte le sue imperfezioni fa piacere a Gesù e merita da lui il dono della sua presenza, ancorchè velata e sconosciuta.
Mane nobiscum , Domine!
Resta con noi, Signore!
Non fate il cammino della vita da soli: fatelo con Gesù.

Beato Manuel González


giovedì 17 marzo 2016

Una missione da compiere

Gesù Eucaristia è il punto verso il quale convergono ogni giorno i nostri sguardi; sguardi di attesa, di preghiera, di speranza, di una grande voglia di imparare da Lui ad essere misericordiosi. Con lo sguardo fisso in Lui facciamo nostre le parole del beato Manuel González, perché diventino il nostro programma di vita:

Essere apostolo

Essere apostolo! Aspirazione delle anime grandi, generose, eroiche. Essere apostolo è riempirse, fino a traboccare, di Gesù Cristo, della sua dottrina, del suo amore, della sua virtù, della sua vita, e bagnare fino a inzuppare tutto ciò che ci tocca o si avvicina a noi; è saziarsi fino ad ubriacarsi del vino della conoscenza e dell’amore intensi di Gesù Cristo e uscire per le strade ebbri; è farsi pazzi di un solo tema, cioè: Gesù crocifisso e sacramentato non debe essere abbandonato.
Essere sempre apostolo! Stare sempre a fare qualcosa con la parola o con l’intenzione affinché Gesù, re del nostro cuore e centro della nostra vita, sia un po’ più conosciuto, amato, servito, imitato e glorificato. La catena è questa: apostolo in quanto testimoni; testimoni in quanto amici; amici in quanto intimi.
Beato Manuel González 

Giornata eucaristica. Roma, marzo 2016

mercoledì 9 marzo 2016

Imparare ad amare come ama Gesù

La Quaresima… un’occasione propizia per imparare ad amare come ama Gesù!

Gesù ci chiama amici, e ci invita ad amare come Lui.

1. Amico!
È la parola con cui Gesù ha premiato, ha accarezzato, ha vezzeggiato gli eletti che son rimasti con lui i tre anni della sua vita pubblica, partecipando alle sue fatiche, ai suoi dolori, ai suoi trionfi, alle sue intimità... “Non vi chiamerò più servi... ma vi ho chiamati amici”, dice nell’accomiatarsi da loro prima di andare a morire... Amici! è la parola del dono supremo, dell’ultima effusione, dell’amore che va oltre la morte...

2. «Come ama quelli che non lo amano»
Quel che non dice e che potrebbe dire loro:
1.Ordinariamente non dice parole dure contro le persone.
2. Non condanna che a condizione che non si pentano.

Quel che non dice di loro:
1. Non rivela le loro colpe alle loro spalle.
2. Quando deve parlare di loro non esagera mai né si appassiona.

Quel che avrebbe potuto dar loro e non dà:
1. Non impose nessun castigo nella sua vita mortale.
2. Non si vendicò di nessuno.

Quel che da a suoi nemici:
1.Ai nemici pentiti che lo cercano, conferisce onori e privilegi, si dona senza riserve e con maggior gioia che per la perseveranza dei novantanove che rimasero fedeli.

3. Note finali
In ogni tema proposto su come Lui ama, domandiamoci: Io amo così?
Lo Spirito Santo ci conceda che il frutto di ogni meditazione sia quello di sostituire i punti interrogativi della domanda con punti esclamativi… Anch’io!

Beato Manuel González


venerdì 4 marzo 2016

Tra i nuovi santi... il beato Manuel González

Oggi, 4 marzo, primo venerdì del mese, abbiamo ricevuto una notizia che ci spinge a rendere grazie a Dio.


Annuncio di un carisma

1910 - 4 marzo - 2016

Aniversario della fondazione della Famiglia Eucaristica Riparatrice

Come oggi, il 4 marzo 1910 era un primo venerdì del mese ed il Beato Manuel Gonzalez si rivolge ai suoi fedeli con queste parole:

"Vi chiedo un'elemosina di affetto per il più povero dei poveri, il Santissimo Sacramento".

Da questa chiamata nasce la Famiglia Eucaristica Riparatrice, con la missione di eucaristizzare ogni luogo e ogni realtà.