lunedì 20 novembre 2023

Nuovo libro su San Manuel González!

Una vita chiamata a riparare l'abbandono

Il testo "San Manuel Gonzalez Garcia una vita chiamata a riparare l'abbandono" di Don Federico Locci, parroco a Cagliari della Comunità dei Santi Pietro e Paolo, costituisce un approfondimento del lavoro scientifico fatto dall'Autore in occasione della Tesi del Dottorato in Teologia Pastorale da lui conseguito presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna nel 2016: "La spiritualità e la teologia eucaristica nella missione pastorale e nell'azione sociale del Beato Manuel González García". Con il presente lavoro di carattere divulgativo, l'Autore intende contribuire alla conoscenza della vita e delle opere del Santo spagnolo, conosciuto come "Vescovo del Tabernacolo abbandonato", beatificato dal Papa San Giovanni Paolo II il 29 aprile 2001 e canonizzato da Papa Francesco il 16 ottobre 2016. Dallo studio emerge l'interesse e la passione dell'Autore che, in modo completo e approfondito, presenta il pensiero e l'attività pastorale e sociale di questo dinamico pastore, vissuto in Spagna tra il 1877 e il 1940. La pubblicazione di Don Federico Locci costituisce un notevole e prezioso contributo alla conoscenza della figura di questo Sacerdote e Vescovo, distintosi come autorevole guida spirituale, formatore di coscienze cristiane, brillante predicatore e scrittore; un protagonista indiscusso della storia ecclesiastica e civile spagnola nei primi decenni del ventesimo secolo.

+ info: Novità editoriale Libreria del Santo

giovedì 16 novembre 2023

Ciò che un prete può fare oggi (Papa Francesco fa riferimento a San Manuel González)

Discorso del Santo Padre Francesco 

all'Associazione dei Sacerdoti Ispanici negli Stati Uniti d'America

Sala Clementina, 16 novembre 2023


Cari fratelli,

Grazie per essere venuti qui, questa è la casa di Pietro, la vostra casa, perché la Chiesa è una casa dalle porte aperte, alla quale tutti vengono da oriente a occidente per sedersi alla mensa che il Signore ci ha preparato (cfr. Mt 8,11). E quando vogliamo render la Chiesa raffinata, è una casa dalle porte chiuse, e questo non va bene. Attenzione alla raffinatezza ecclesiastica. Ho letto con attenzione le domande che mi avete fatto pervenire — sono molte — e mentre pensavo come poter rispondere, mi sono ricordato delle parole che il Signore disse a Santa Teresa di Gesù quando le tolsero i libri di cui lei si fidava: “Io ti darò un libro vivente”, Cristo è il libro che vi raccomando vivamente. Ma bisogna cercarlo, nella Scrittura e nel Vangelo, nell’adorazione silenziosa, perché abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione, dobbiamo trovare il Signore nel silenzio dell’adorazione. Se io domando ora — non lo chiederò per non far arrossire nessuno — ma se io domandassi ora quante ore di adorazione fate ogni settimana, sarebbe un buon test. Butto lì la domanda ma ognuno risponde dentro di sé. No, perché è troppa fatica, perché qui, perché là. Se tu non preghi, se tu non adori, la tua vita vale poco.

Negli Stati Uniti per il prossimo anno si sta preparando un Congresso Eucaristico Nazionale e sono stati scelti come suoi patroni il beato Carlo Acutis e san Manuel González, entrambi eccelsi — come tanti santi della Chiesa — nell’arte di leggere questo libro vivente, dinanzi al Tabernacolo, in una scuola silente e inginocchiata. Ed è proprio tra le catechesi di san Manuel che vorrei prendere una chiave di risposta alle domande che mi avete posto. In un’occasione san Manuel si rivolse a un gruppo di fedeli, riflettendo sul ruolo delle sante donne sul Calvario, come modelli di ogni discepolo dinanzi alla croce del Signore, allora come oggi. Sono un modello. La stessa impotenza, lo stesso desiderio di agire contro l’ingiustizia che vissero le sante donne in quei momenti, possiamo provarli noi di fronte alla problematica degli immigranti, alla chiusura di certe autorità civili e religiose, alle sfide dell’interculturalità, alla complessità dell’annuncio, tante cose.

Dinanzi a queste difficoltà il santo ci avverte che “Gesù non smette di soffrire”. Dice Gesù che starà sul Calvario fino alla fine dei tempi, anche se è risorto, continua a stare sul Calvario nella persona dei fratelli. In ogni tabernacolo, in ogni calice consacrato, vediamo ergersi la croce, e ci chiede: Possiamo fare qualcosa per alleviare il Cristo sofferente di oggi? “Fatelo, fatelo al più presto”, ma fatelo consapevoli che “la Passione sarà la compagna del Gesù dei vostri Tabernacoli” in ogni fratello e sorella che soffre, e ciò che Dio vi chiede è di non lasciarli soli. Non lasciate soli quanti soffrono, non lasciate solo il Signore del Tabernacolo, convincetevi che non potete fare nulla con le mani se non lo fate con le ginocchia. Adorazione, silenzio eucaristico e intercessione dinanzi al Tabernacolo. E poi sì, servizio. Ma è come il pingpong, una cosa porta all’altra, una cosa porta all’altra.

Gesù, ci dice san Manuel, non pretende da noi che impediamo la Passione, ma che gli rendiamo gloria anche in mezzo ad essa. In questo per favore vi chiedo: guardatevi dall’accomodarvi, non vi accomodate, non vi accomodate, a volte il mondo moderno ci porta a orari. “Padre, mi può confessare? “No, l’orario è da tal ora a tal ora”. Per favore, prima la gente, poi l’orario. Non diventate “impiegati” del sacro. Che è il pericolo di questa cultura. Rivedete la vostra dedizione alla gente, la vostra apertura del cuore.

Ispirandomi a questi santi, lascio che sia il Signore nel Tabernacolo a rispondere alle vostre preoccupazioni. Alcune risposte forse vi appariranno ingenue, come gli sforzi del giovane Carlo Acutis per diffondere qualcosa che per lui fu una scoperta eccezionale, “un’autostrada per il cielo”. Altre vi sembreranno più grandi di voi, come portare avanti le opere sociali e apostoliche che promosse san Manuel. In realtà, questo pastore, nelle sue raccomandazioni, affermava che, sopra ogni altra cosa, ciò che un prete può fare inizia oggi, con la preghiera semplice, la parola vicina, l’accoglienza fraterna e il lavoro perseverante. Preghiera, semplice, parola vicina, accoglienza fraterna e lavoro perseverante. Non vi risparmiate! Diceva un prete di un quartiere povero, popolare, che gli viene voglia di tappare la finestra. Perché la gente va a chiedergli cose a qualsiasi ora, o va a chiedere benedizioni, qualunque cosa. Perché la gente è molto inopportuna, come il Signore, che è inopportuno. E il prete mi diceva: “quando vedono la porta chiusa bussano alla finestra, devo tappare la finestra”. No, apri la porta. Questo è fondamentale: preti per la gente. [...] Recuperate sempre la chiamata di Gesù a servire, a disposizione degli altri. [...]

Papa Francesco

Qui Discorso completo


martedì 7 novembre 2023

Preghiera per le Vocazioni sacerdotali e religiose (San Manuel González)

Manda operai alla tua messe, Signore
Signore Gesù, di fronte a tanti seminari e noviziati senza vocazioni e a tanti popoli senza sacerdoti e apostoli, col nostro cuore commosso dalla pena che fece prorompere, dal tuo, quell’angosciato lamento: la messe è molta, ma gli operai sono pochi, obbedienti al tuo comando di pregare per tale scopo, ti supplichiamo:

- Perché non manchi chi conduca a Te i fanciulli.

Manda operai alla tua messe, Signore.

- Perché i ciechi nell’anima vedano e i sordi ascoltino, i morti risuscitino e i poveri vengano evangelizzati. Manda…

- Perché quanti sono oppressi dal demonio ne siano liberati, i giusti aumentino in bontà e i santi si santifichino ancor più. Manda…

- Perché in ogni popolo ci sia sempre chi, indicando a tua Madre, dica ai suoi abitanti: ecco qui vostra Madre. Manda…

- Perché tutti coloro che soffrono vengano a Te e, riposandosi sul tuo petto, trovino la pace. Manda…

- Perché in ogni luogo si offra al tuo nome l’oblazione dell’Ostia pura, santa e immacolata. Manda…

- Perché ogni giorno si realizzi il tuo grande desiderio che i tuoi discepoli mangino la tua Pasqua e la casa del tuo banchetto sia sempre piena. Manda…

- Perché non rimanga un solo popolo senza Tabernacolo e senza il sacerdote che conduca ad esso i suoi abitanti. Manda…

- Perché il tuo nome sia santificato, venga il tuo regno eucaristico, e per tutti gli uomini della terra si compia la tua volontà, come per gli angeli in cielo. Manda…

- Signore, la messe è molta, ma gli operai sono pochi.

Mandaci santi sacerdoti e religiosi, secondo il tuo Cuore.

- Maria Immacolata, Madre e Regina delle anime consacrate.

Di’ a tuo Figlio, con la stessa efficacia delle nozze di Cana: I miei figli della terra non hanno sacerdoti e religiosi.

- Angeli custodi dei fanciulli e dei loro genitori, San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale.

Chiedete e lavorate per l’incremento delle Vocazioni sacerdotali e religiose.


domenica 5 novembre 2023

Libro: L'abbandono dei Tabernacoli accompagnati

Questo testo è l’opera di un santo spagnolo preconciliare, San Manuel González García († 1940), che alla compagnia di Gesù Sacramentato dedicò la sua vita di sacerdote, di vescovo e di fondatore di numerose iniziative apostoliche. 

Portare le anime al Tabernacolo, affinché si accorgano che Gesù abita in esso e affinché lo conoscano in tutti i modi possibili, è lo scopo de L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati (3a ed. spagnola, 1935), tradotto da Effedieffe in italiano.

Il libro di San Manuel non è soltanto una bellissima opera di teologia, di ottima ascetica, di commovente pietà e di insegnamento della liturgia e dei misteri racchiusi nella S. Messa (secondo il vetus ordo), è anche un sapiente itinerario mentis in Deum, affinché l’uomo conosca con l’intelletto, per quanto è possibile, il mistero dell’Incarnazione del Verbo, e doni il suo cuore a Dio volontariamente, secondo l’affetto che dobbiamo portare verso Gesù nella realtà del sacrificio eucaristico e della reale Presenza.

L’uomo è per natura infinitamente distante da Dio; ma per degnazione divina, attraverso l’Eucaristia e la S. Messa, Dio è vicinissimo all’uomo (l’opposto di quanto insegna il panteismo gnostico: l’uomo è dio e il ritorno al principio supremo o assoluto indifferenziato, da cui egli emana, è difficile e per pochi iniziati). Pertanto, l’Eucaristia è il miracolo della perpetua permanenza di Dio a fianco dell’uomo. Purtroppo l’abbandono dell’Eucaristia è la frustrazione pratica di questo miracolo e con essa dei fini misericordiosi e altissimi della sua permanenza (fiumi di bene per l’uomo e per la società).

L’abbandono nell’accompagnamento («Tunc discipuli eius relinquentes eum, omnes fugerunt», Mc. XIV, 50) è il male di coloro che gli sono vicini, che dovrebbero esserGli amici; di coloro che «sanno che Gesù ha occhi e non si lasciano vedere da essi, e orecchi e non gli parlano, e mani e non si avvicinano a raccogliere i suoi doni, e un Cuore che li ama ardentemente e non lo desiderano e lo disgustano, e una dottrina di tutta la Verità e la disprezzano o la interpretano a loro capriccio, e esempi di vita e non li imitano» (San Manuel González, pagina 78 del suo libro).

Questo prezioso testo ha dunque per scopo di far pensare al deserto di solitudine che Gesù patisce nell’altare del SS. Sacramento, che per molte ore non ha nessuno innanzi, e di come, a volte, passano giorni prima che qualcuno gli renda visita. Soprattutto è un testo di grandissima importanza per tutti i cattolici, perché insegna a comunicarsi bene e a fare visita con il maggior profitto possibile a Gesù nel Tabernacolo, secondo la compagnia di presenza, di compassione, di imitazione e di confidenza.

È il testo di un grande vescovo e di un grande santo, che può vantare la scienza e la sapienza del crocefisso, come voleva l’Apostolo. La sua lettura e le istruzioni che impartisce non mancheranno di aiutare profondamente la fede e la vita pratica di ogni cattolico.


EFFEDIEFFE ha tradotto l’opera, per i suoi lettori, con assoluta fedeltà all’originale spagnolo del 1935 (3a edizione).

• Il testo si compone di 192 pagine, formato 115x165 mm, con copertina avorio e bandelle segnalibro che recano lo stemma ecclesiastico di San Manuel.