Questo testo è l’opera di un santo spagnolo preconciliare, San Manuel González García († 1940), che alla compagnia di Gesù Sacramentato dedicò la sua vita di sacerdote, di vescovo e di fondatore di numerose iniziative apostoliche.
Portare le anime al Tabernacolo, affinché si accorgano che Gesù abita in esso e affinché lo conoscano in tutti i modi possibili, è lo scopo de L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati (3a ed. spagnola, 1935), tradotto da Effedieffe in italiano.
Il libro di San Manuel non è soltanto una bellissima opera di teologia, di ottima ascetica, di commovente pietà e di insegnamento della liturgia e dei misteri racchiusi nella S. Messa (secondo il vetus ordo), è anche un sapiente itinerario mentis in Deum, affinché l’uomo conosca con l’intelletto, per quanto è possibile, il mistero dell’Incarnazione del Verbo, e doni il suo cuore a Dio volontariamente, secondo l’affetto che dobbiamo portare verso Gesù nella realtà del sacrificio eucaristico e della reale Presenza.
L’uomo è per natura infinitamente distante da Dio; ma per degnazione divina, attraverso l’Eucaristia e la S. Messa, Dio è vicinissimo all’uomo (l’opposto di quanto insegna il panteismo gnostico: l’uomo è dio e il ritorno al principio supremo o assoluto indifferenziato, da cui egli emana, è difficile e per pochi iniziati). Pertanto, l’Eucaristia è il miracolo della perpetua permanenza di Dio a fianco dell’uomo. Purtroppo l’abbandono dell’Eucaristia è la frustrazione pratica di questo miracolo e con essa dei fini misericordiosi e altissimi della sua permanenza (fiumi di bene per l’uomo e per la società).
L’abbandono nell’accompagnamento («Tunc discipuli eius relinquentes eum, omnes fugerunt», Mc. XIV, 50) è il male di coloro che gli sono vicini, che dovrebbero esserGli amici; di coloro che «sanno che Gesù ha occhi e non si lasciano vedere da essi, e orecchi e non gli parlano, e mani e non si avvicinano a raccogliere i suoi doni, e un Cuore che li ama ardentemente e non lo desiderano e lo disgustano, e una dottrina di tutta la Verità e la disprezzano o la interpretano a loro capriccio, e esempi di vita e non li imitano» (San Manuel González, pagina 78 del suo libro).
Questo prezioso testo ha dunque per scopo di far pensare al deserto di solitudine che Gesù patisce nell’altare del SS. Sacramento, che per molte ore non ha nessuno innanzi, e di come, a volte, passano giorni prima che qualcuno gli renda visita. Soprattutto è un testo di grandissima importanza per tutti i cattolici, perché insegna a comunicarsi bene e a fare visita con il maggior profitto possibile a Gesù nel Tabernacolo, secondo la compagnia di presenza, di compassione, di imitazione e di confidenza.
È il testo di un grande vescovo e di un grande santo, che può vantare la scienza e la sapienza del crocefisso, come voleva l’Apostolo. La sua lettura e le istruzioni che impartisce non mancheranno di aiutare profondamente la fede e la vita pratica di ogni cattolico.
• Il testo si compone di 192 pagine, formato 115x165 mm, con copertina avorio e bandelle segnalibro che recano lo stemma ecclesiastico di San Manuel.
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