Con la gioia incommensurabile di conoscere la data in cui sarà canonizzato il beato Manuel González, fondatore della Famiglia Eucaristica Riparatrice, abbiamo intervistato S.Em.Card. Angelo AMATO, s.d.b., prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Il Cardinale Angelo Amato è nato a Molfetta (Bari, Italia), l’8 giugno 1938. Dopo aver ottenuto la licenza in teologia alla facoltà di teologia dell'Università salesiana, a Roma, è stato ordinato sacerdote il 22 dicembre 1967. Iscrittosi alla Pontificia Università Gregoriana, nel 1974 ha conseguito il dottorato in teologia ed è stato subito chiamato all'insegnamento della materia. Ha studiato in Grecia, come borsista del patriarcato di Constantinopoli. Nominato il 19 dicembre 2002 Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ed eletto alla Sede titolare di Sila con il titolo personale di Arcivescovo, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 gennaio 2003 da san Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana. Il 9 luglio 2008 Benedetto XVI lo ha chiamato a succedere al cardinale José Saraiva Martins come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e l’ha creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, della Diaconia di Santa Maria in Aquiro.
• Eminenza, Lei è il prefetto di una Congregazione che ha la missione di promuovere il riconoscimento della santità dei figli della Chiesa. Quale è il compito principale di questo dicastero? È diverso il lavoro in ogni causa?
Il lavoro fondamentale è la valutazione della vita virtuosa dei Servi e delle Serve di Dio. Ogni causa di beatificazione e canonizzazione ha due momenti: il momento diocesano, con la raccolta delle testimonianze sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità e di segni (miracoli) dei SdD, e quello romano, che, dopo essersi espresso sulla validità dell’inchiesta diocesana, procede alla elaborazione della Positio sotto la guida di un Relatore della Congregazione delle Cause dei Santi. Il dossier della Positio viene poi valutato dai consultori storici, dai consultori teologi e, infine, dai Padri Cardinali e Vescovi della Congregazione. Se i voti sono positivi il Prefetto presenta la causa al Santo Padre per la sua decisione finale. Viene così pubblicato il decreto della Venerabilità dei Servi di Dio o del Martirio.
• Sappiamo che la Chiesa per approvare la santità di una persona che non ha subito il martirio chiede due miracoli attribuiti alla sua intercessione (uno per la beatificazione e uno per la canonizzazione). Perché la Chiesa esige questa verifica?
Il miracolo è il sigillo di Dio sulla valutazione umana. In tal modo c’è armonia tra la volontà umana di glorificare un SdD e la volontà divina. Inoltre, i santi, sull’esempio di Gesù, con i miracoli – che possono essere guarigioni, scampati pericoli, moltiplicazioni di cose (come l’evangelica moltiplicazione dei pani), rianimazioni - mostrano la presenza provvidente di Dio sempre in opera nella storia a favore dell’umanità bisognosa.
• I santi hanno vissuto in momenti e circostanze concrete, che non sempre si ripetono nella storia.
Quali valori e virtù del beato Manuel González pensa siano più significativi per l’uomo di oggi? Quali possono essere le piccoli luci che guidano il suo cammino nel secolo XXI?
Dico subito che le autentiche virtù non tramontano mai, sono sempre valide, come sono sempre validi i gioielli d’oro. Anzi, più il tempo passa e più il loro valore aumenta. Le virtù, ad esempio, della fede, della speranza e della carità sono dei diamanti che orneranno sempre la veste preziosa dei figli della Chiesa. La carità, poi, non avrà mai fine.
Il Beato Manuel González resta ancora oggi un modello straordinario di fede, soprattutto per il suo amore all’Eucaristia, pane di vita e fonte di santità. Egli era un sacerdote e un vescovo con il cuore misericordioso di Gesù, buon pastore. La sua spiritualità eucaristica è un prezioso vademecum valido ancora oggi.
• Sua Eminenza ha pubblicato recentemente il libro «I santi, messaggeri di misericordia», nel quale presenta, tra molti altri, la figura del beato Manuel González.
Quali ripercussioni ha nella Chiesa la sua canonizzazione dato che viene celebrata in questo Anno della Misericordia?
Il carisma eucaristico del nostro Beato ha una indiscutibile valenza pastorale e spirituale. Come ho scritto nel libro citato: «Questo suo amore eucaristico lo partecipava ai fedeli, invitati a fare frequenti visite al tabernacolo. Voleva che il Signore non rimanesse mai solo. Per questo organizzava turni di veglia eucaristica riservati ai bambini, ai giovani e agli adulti e anche adorazioni notturne. Invitava a pregare molto per i peccatori. La sua vita sembrava una continua adorazione eucaristica. Quando era parroco a Huelva, dopo aver aperto la chiesa, si recava a pregare davanti al tabernacolo e lì passava molte ore. Durante la sua permanenza a Madrid, quelli che andavano a visitarlo erano sicuri di trovarlo in chiesa, di trovarlo «lì». La stessa passione eucaristica la dimostrò come vescovo di Palencia. La pietà eucaristica era il suo carisma, la costante della sua vita. Sembrava che vedesse e toccasse il Signore. Questa sua conversazione eucaristica la riversava nelle parole, nelle fondazioni, negli scritti. Era un vero apostolo dell’eucaristia. Era il sacerdote e il vescovo dei tabernacoli abbandonati».
• Noi che ci sentiamo partecipi del carisma eucaristico-riparatore stiamo vivendo momenti di autentica gioia, perché con la canonizzazione del beato Manuel González, la Chiesa indica questo cammino eucaristico-riparatore come cammino di santità.
In quale modo la canonizzazione ci aiuterà a rivitalizzare il nostro carisma?
La canonizzazione farà conoscere a tutta la Chiesa la figura del nostro Beato e il suo particolare carisma eucaristico-riparatore come cammino di santità ancora oggi. Credo che per i suoi figli spirituali sia questo un tesoro da custodire e da valorizzare al massimo, mediante una vita eucaristica e un’azione apostolica e missionaria di bontà e di misericordia.
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