“C’erano in quella regione alcuni pastori
che vegliavano di notte facendo la guardia
al loro gregge” (Lc 2,8)
Qui troviamo la parola che tante volte pronunzierà il divin Maestro per raccomandare e inculcare la preghiera e il modo di farla: “vegliate”: e vegliano, nonostante il freddo della notte e la fatica del giorno, questi primi e privilegiati adoratori di Gesù Bambino.
I pastori hanno veduto gli splendori di Dio, hanno udito la buona novella loro data da un Angelo e i cantici di gloria e di pace e, passando da una grande paura ad una grande gioia, hanno esclamato coraggiosamente: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2,15). Questa docilità pronta ad udire, credere ed eseguire ciò che dal cielo loro si dice, è buona preparazione per una preghiera ricca di frutti. La preghiera dei pastori è una preghiera che tende ad udire, conoscere e tacere. “E vedendo -dice il vangelo- capirono quanto era stato detto loro” (Lc 2,20).
Videro Maria, Giuseppe e il Bambino reclinato nel presepio e aiutati dalla grazia e dai lumi dello Spirito Santo, conobbero nel Bambino avvolto in miseri pannolini un Dio-Re posto su un trono; nella giovane operaia l’augusta Madre di Dio e la Regina del cielo e della terra, en el silenzioso falegname l’uomo più felice e fortunato del mondo.
Conobbero la dolcezza degli sguardi che partivano da quegli occhi, la soavità delle lacrime che là si versavano, la solennità e il mistero del silenzio che là regnava, il valore immenso della stalla e della paglia. Conobbero il mistero delle Redenzione mediante il dolore, della salvezza di tutti mediante la croce e l’intercessione di Maria. E inondati di gioia in quel mondo di luce, di pace e di amore, se ne stavano là meravigliati e silenziosi. È una preghiera, dunque, di vedere, udire, conoscere e tacere. Una preghiera buona senza dubbio e tanto gradita a Dio.
“I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro” (Lc 2,20).
Come ben si sarebbe conosciuto da dove venivano e ciò che avevano fatto! Essi avevano pregato davanti a Gesù: per questo non avevano altro da dire e da fare che dar lode e gloria a Gesù. Davanti a questo ritorno, così pieno di Dio dei pastori, un’idea triste martella la mia mente. Sono molte le anime che pregano tutti i giorni?
Mio Dio, quando vedo tanti cristiani, che pur dicono che pregano, allontanarsi dal tuo Tabernacolo, così vuoti di Te e così pieni di sé, quando li odo parlare di sé sempre, di Te mai, mi viene vivo il desiderio di domandare piangendo: Ma dove sono coloro che pregano? Nel veder così pochi reversi glorificantes et laudantes Deum, non sarà perché sono pochi anche coloro che davvero venerunt festinantes? Non si prega come Dio vuole!
La preghiera dei pastori è una preghiera che mira a udire, conoscere e tacere.
San Manuel González
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