Santa Messa e
canonizzazione dei beati
Salomone Leclercq,
Giuseppe Sánchez del Río, Manuel González García, Lodovico Pavoni, Alfonso
Maria Fusco, Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero, Elisabetta della
Santissima Trinità Catez
All’inizio
dell’odierna celebrazione abbiamo rivolto al Signore questa preghiera: «Crea in
noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e
purezza di spirito» (Orazione Colletta).
Noi, da soli, non
siamo in grado di formarci un cuore così, solo Dio può farlo, e perciò lo
chiediamo nella preghiera, lo invochiamo da Lui come dono, come sua
“creazione”. In questo modo siamo introdotti nel tema della preghiera, che è al
centro delle Letture bibliche di questa domenica e che interpella anche noi,
qui radunati per la canonizzazione di alcuni nuovi Santi e Sante. Essi hanno
raggiunto la meta, hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla
preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato, e hanno vinto.
Pregare, dunque.
Come Mosè, il quale è stato soprattutto uomo di Dio, uomo di preghiera. Lo
vediamo oggi nell’episodio della battaglia contro Amalek, in piedi sul colle
con le braccia alzate; ma ogni tanto, per il peso, le braccia gli cadevano, e
in quei momenti il popolo aveva la peggio; allora Aronne e Cur fecero sedere
Mosè su una pietra e sostenevano le sue braccia alzate, fino alla vittoria
finale.
Questo è lo stile di
vita spirituale che ci chiede la Chiesa: non per vincere la guerra, ma per
vincere la pace!
Nell’episodio di
Mosè c’è un messaggio importante: l’impegno della preghiera richiede di
sostenerci l’un l’altro. La stanchezza è inevitabile, a volte non ce la
facciamo più, ma con il sostegno dei fratelli la nostra preghiera può andare
avanti, finché il Signore porti a termine la sua opera.
San Paolo, scrivendo
al suo discepolo e collaboratore Timoteo, gli raccomanda di rimanere saldo in
quello che ha imparato e in cui crede fermamente (cfr 2 Tm 3,14). Tuttavia
anche Timoteo non poteva farcela da solo: non si vince la “battaglia” della
perseveranza senza la preghiera. Ma non una preghiera sporadica, altalenante,
bensì fatta come Gesù insegna nel Vangelo di oggi: «pregare sempre, senza
stancarsi mai» (Lc 18,1). Questo è il modo di agire cristiano: essere saldi
nella preghiera per rimaneresaldi nella fede e nella testimonianza. Ed ecco di
nuovo una voce dentro di noi: “Ma Signore, com’è possibile non stancarsi? Siamo
esseri umani… anche Mosè si è stancato!...”. E’ vero, ognuno di noi si stanca.
Ma non siamo soli, facciamo parte di un Corpo! Siamo membra del Corpo di
Cristo, la Chiesa, le cui braccia sono alzate giorno e notte al Cielo grazie
alla presenza di Cristo Risorto e del suo Santo Spirito. E solo nella Chiesa e
grazie alla preghiera della Chiesa noi possiamo rimanere saldi nella fede e
nella testimonianza.
Abbiamo ascoltato la
promessa di Gesù nel Vangelo: Dio farà giustizia ai suoi eletti, che gridano
giorno e notte verso di lui (cfr Lc18,7). Ecco il mistero della preghiera:
gridare, non stancarsi, e, se ti stanchi, chiedere aiuto per tenere le mani
alzate. Questa è la preghiera che Gesù ci ha rivelato e ci ha donato nello
Spirito Santo. Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in
una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che
anche lo Spirito Santo preghi in noi. E’ lo Spirito Santo che ci insegna a
pregare, che ci guida nella preghiera, che ci fa pregare come figli.
I santi sono uomini
e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne
che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito
Santo; lottano fino alla fine, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da
soli: il Signore vince in loro e con loro. Anche questi sette testimoni che
oggi sono stati canonizzati, hanno combattuto la buona battaglia della fede e
dell’amore con la preghiera. Per questo sono rimasti saldi nella fede, con il
cuore generoso e fedele. Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio
conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e
notte a Dio, senza stancarci; di lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi, e
di pregare sostenendoci a vicenda per rimanere con le braccia alzate, finché
vinca la Divina Misericordia.
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celebrazione
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