sabato 4 marzo 2017

1910 - 4 marzo - 2017

Anniversario della fondazione della Famiglia Eucaristica Riparatrice

La migliore opera di carità: annunciare il Vangelo vivo dell’Eucaristia

   A Huelva (Spagna), il 4 marzo 1910, primo venerdì del mese, nacque l’Opera delle tre Marie e dei discepoli di San Giovanni per i tabernacoli-calvari, oggi conosciuta come Unione eucaristica riparatrice. In quel giorno, San Manuel González rese partecipe a un gruppo della sua parrocchia di San Pietro della sua esperienza carismatica.
   La sua missione è eucaristizzare: avvicinare tutti all’Eucaristia e metterli dentro al Cuore di Gesù che palpita per essi, perché vivano la vita che da Lui scaturisce. Sono inviati «a portare prontamente al popolo questo Vangelo dell’Eucaristia; il popolo ha smesso di sentire per Gesù Cristo quella irresistibile simpatia che lo portava a seguirlo, fino a dimenticarsi del cibo, perché ha smesso di vederlo. Gesù e il popolo si comprendono al solo vedersi. Questa è la migliore opera di carità individuale e sociale che possiamo voi e noi fare per il popolo: mostrare Gesù, farglielo vedere.
   Come? Predicandogli il Vangelo vivo dell’Eucaristia, e predicandolo con tal nudità di pretese oratorie, con tal vivezza di fede, con tal persuasione di parola e conformità di vita alla parola, che all’eco della nostra predicazione giunga il popolo quasi a udire e vedere e percepire Gesù fino alle sue naturali simpatie nell’Ostia consacrata».


venerdì 3 marzo 2017

Una tessera del gran mosaico della santità

La santità è il carattere distintivo di ogni cristiano, vissuta nelle condizioni e nello stato di vita nel quale ogni persona si trova. È un invito alla allegria e all’amore in ogni momento della nostra esistenza, trasformandolo nello stesso tempo in un dono per gli altri.
“Come il santo che vi ha chiamati, diventati santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: Sarete santi, perché io sono santo” (1Pt 1, 15-16). Una vita santa non è il frutto dello sforzo personale, è il Signore che ci fa santi. Per tanto, tutti possiamo percorrere questo cammino. In tutte le epoche della storia, della Chiesa, in tutte le latitudini della geografia del mondo, ci sono santi di tutte le età e di tutti i diversi stadi della vita; sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazioni.

Fari luminosi
Tutti siamo chiamati alla santità (cf. LG 40). “Qualsiasi forma di vita porta alla santità se si vive in comunione con il Signore e al servizio dei fratelli” (Papa Francesco, Udienza generale, 19/11/2014). Però, nella storia della Chiesa solo alcuni uomini e donne sono stati e sono proclamati santi. Tra questi nomi incontriamo il nostro amato don Manuel González, nostro padre fondatore. Quando il Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, presentò la richiesta di canonizzazione, risuonano ancora con viva emozione le parole pronunciate dal papa Francesco: “In onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo e dei santi apostoli Pietro e Paolo, dopo aver riflettuto a lungo e invocato l’aiuto divino, e ascoltando il parere dei nostri fratelli vescovi, dichiariamo santi i beati Salomone Leclercq, Giuseppe Sánchez del Río, Manuel González García, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco, Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero, Elisabetta della Santissima Trinità Catez e li inscriviamo nel Catalogo dei santi, e stabiliamo che in tutta la Chiesa siano devotamente onorati tra i santi” (16/10/2016).
Questa proclamazione del Papa ci conferma che è il Signore, per mezzo del suo vicario sulla terra, che sceglie dei volti veri perche siano fari luminosi. Sono uomini e donne che hanno vissuto la loro vita cristiana nella pienezza della fede, della speranza e dell’amore. San Manuel González è uno di questi sprazzi di luce che lo Spirito Santo ha voluto regalare alla Chiesa e al mondo.

Tutto armonico e bello
San Manuel è una tessera del gran mosaico della santità che Dio crea nella storia, affinchè il volto di Cristo, brilli nella pienezza del suo splendore (cf. Benedetto XVI, Udienza generale, 13/4/2011). Quando contempliamo un mosaico vediamo come la base dei pezzi individuali, tutti distinti nel colore, materiale e struttura l’artista configura un tutto armonico straordinariamente bello. San Manuel in questo gran mosaico della santità è una tessera que brilla perché si lasciò illuminare dallo sguardo di Gesù nel tabernacolo. Cristo Eucaristia fu il bene che lo atrasse, la felicità che più lo catturò e il tesoro che più lo arricchì. E con la forza del Pane eucaristico potè guardare con passione e tenerezza il volto di tanti abbandonati ai quali irradiò luce e calore.
Se c’è altro che lo caratterizò è che fu un uomo realmente felice. Incontrò il segreto della felicità vera che risiedeva nel fondo della sua anima, una felicità che ha la sua fonte “nell’amore umanizzato, crocifisso e sacramentato” (OO.CC. I, n. 461), un amore riconoscente che “non si può paragonare a nessùn altro amore” (OO.CC. I, n. 17).
Il Papa emerito Benedetto XVI ci ha detto in una delle sue catechesi: “I santi, guidati dalla luce di Dio, sono gli autentici riformatori della vita della Chiesa e della società. Maestri con la parola e testimoni con l’esempio, essi sanno promuovere un rinnovamento ecclesiale stabile e profondo, perché essi stessi sono profondamente rinnovati, sono in contatto con la vera novità: la presenza di Dio nel mondo” (Udienza generale, 13/1/2001).
San Manuel González con il suo stile semplice e allo stesso tempo profondo rivolge una parola alla Madonna, una parola chiara e facile da intendere che, considerata oggi come progetto di vita, ci può aiutare a trasformare la nostra esistenza e a cambiare il mondo: “Madre Immacolata, che di tutti i verbi che usano gli uomini per parlare, quello che io coniugo meglio e più volte sia il verbo dare e darmi a Gesù e al mio prossimo”.

Traduzione del Vangelo
La santità nasce da Dio, però allo stesso tempo dal punto di vista umano, si trasmette da uomo a uomo. In questo modo, possiamo dire dunque che i santi generano i santi (cf. Giovanni Paolo II, Angelus, 20/6/1982).
San Manuel è per noi una traduzione del Vangelo, una tessera con uno splendore singolare. Seguire il suo esempio, ricorrere alla sua intercesione, entrare in comunione con lui ci unisce a Cristo Eucaristia, origine di ogni forma di santità (Sacramentum Caritatis 94). E oggi, dall’eterna presenza di Dio, continua generando amici di Cristo Eucaristia. Tu ed io possiamo essere uno di loro.

Suor Mª Teresa Castelló,
Vicaria generale delle Missionarie Eucaristiche di Nazaret

sabato 25 febbraio 2017

140 anni fa nasceva San Manuel González

1877 – 2017
140 anni fa nasceva San Manuel González

Un giorno come oggi, esattamente il 25 febbraio 1877, nasceva a Siviglia (Spagna), San Manuel González. Terzo dei cinque figli del matrimonio tra Martín González Lara e Antonia García Pérez.
Era venuto alla luce in una famiglia semplice, profondamente religiosa. I suoi genitori, nel 1875, erano stati costretti a immigrare a Siviglia da Antequera, un borgo in provincia di Málaga, proprio in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.
Tanta povertà era compensata dalla fiducia nella Provvidenza di questi genitori che si amavano e riconoscevano nel Signore la loro forza. Pur nelle ristrettezze economiche, infatti, erano convinti che i figli fossero una benedizione e non un problema.
E Manuel è stato proprio una benedizione. Quel 25 febbraio nasceva un grande apostolo, che è stato prima un bambino esemplare, poi diventato sacerdote, vescovo, fondatore della Famiglia Eucaristica Riparatrice, e santo. Un grande apostolo, la cui vita è stata segnata da un grande amore per l’Eucaristia.

San Manuel González, prega per noi.

http://famigliaeucaristica.blogspot.it/p/preghiera.html
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91453

martedì 21 febbraio 2017

Abbandono e compagnia

   "Ho letto il santo Vangelo e mi sono imbattuto nelle parole, molte volte ripetute, 'non ricevere, non riconoscere, non credere, non ringraziare, non abbandonare', che avevano per sogetto della propria azione non solo i lontani, ma anche gli amici, e per termine di riferimento Gesù.
   Se io potessi aprire le porticine d'oro, d'argento, di bronzo o di legno dei tabernacoli di tutto il mondo, e non solo quelli manifestamente abbandonati, sporchi o mal custoditi, ma anche quelli più curati e visibilmente frequentati, e domandassi a Gesù che vive in essi:
- Soffri qui l'abbandono degli uomini?
- Anche dei tuoi amici?
- Hanno essi con te un rapporto come quello tra persone e intimo?
   Che risponderebbe Gesù?
   Il primo venerdì del marzo 1910, nel tabernacolo della parrocchia di San Pietro in Huelva (Spagna), dove Gesù aveva patito tanto abbandono, sorse, come eco di una risposta molto triste di Gesù a quelle domande, un'opera composta di anime che si impegnavano a dichiarare guerra, e guerra senza quartiere, ad ogni forma di abbandono, chiamasi essa solitudine, indifferenza, durezza di cuore, ingratitudine, infedeltà, slealtà per e con Gesù nel tabernacolo. Questa Opera è l'Opera delle Tre Marie e dei Discepoli di San Giovanni per i Tabernacoli-Calvari.
   Il suo motto: A maggior abbandono degli altri, più compagnia propria.
   Il suo grido di guerra: Anche se tutti... io no.
   Il suo anelito incessante: Dare e cercare organizzata e permanente riparazione al Cuore di Gesù Sacramentato del suo abbandono (esteriore ed interiore) nella Messa, Comunione, Presenza reale permanente con la compagnia di presenza, compassione, imitazione, fiducia, in unione di Maria Immacolata, del discepolo fedele e delle Marie che gli fecero compagnia ai piedi della croce...
   Che bello porre tra queste due parole: tabernacolo e abbandono, la presenza più perenne dei vostri corpi e delle vostre anime; la compassione più sentita verso i sentimenti del Cuore di Gesù sacramentato; la imitazione più fedele della sua vita eucaristica e la fiducia più remissiva nel suo amore misericordioso!"
San Manuel González

venerdì 17 febbraio 2017

Lodate Dio uomini di tutta la terra!

   Il mondo attuale offre numerose novità che propone con garanzia di pienezza nel momento presente. Che senso ha, quindi, aviccinarsi a persone di epoche passate? La risposta si deve trovare nel testimone della loro vita.

   Don Manuel nasce a Siviglia, una città di bellezza privilegiata, il 25 febbraio 1877. I suoi genitori, Don Martín González Lara e Doña Antonia García Pérez, nati ad Antequera (Málaga), emigrarono a Siviglia in cerca di migliori condizioni di vita.
   Dobbiamo entrare nella vita di don Manuel -come carinamente viene ricordato- tra due secoli, fine del XIX e prima metá del XX, e davanti a problemi sociali molto gravi, pesime condizioni di vita, basso grado di istruzione primaria, estrema povertà, in ampi settori della società, ingiustizie sociali, la disocupazione tra gli operai era ogni volta più dura, le famiglie che avevano bisogno erano più numerose, c’è il problema dei contadini, degli operai delle fabricche, della scuola, il vizio, la pericolosità cittadina, ecc.
   Una società piena di problemi però niente è ostacolo perché l’amore di Dio manifesti la sua grandezza e santità nei suoi figli. È lui che silenziosamente guida la storia, che c’è sempre accanto, che realizza meraviglie e che in mezzo al caos di questo mondo provocato dall’orgoglio e dall’egoismo dell’uomo sa condurci alla salvezza e alla felicità. I santi, luce nel nostro cammino, ci orientano e guidano.
   In questa epoca fioriscono numerosi santi in Spagna, sono come un fascio di luce che seminano speranza, rafforzano la fede e fanno presente Dio nell’amore. Insieme a san Manuel ci sono anche, iniettando la linfa nuova del Vangelo nelle vene dell’umanità, il beato Marcelo Spínola, santa Ángela de la Cruz, san José Mª Rubio, san Pedro Poveda, santa Victoria Diez, san Josemaría Escrivá de Balaguer, santa Genoveva Torres, san Fray Mª Rafael Arnáiz e molti altri che ci invitano a esclamare: Lodate Dio uomini di tutta la terra! Perché continua ad operare meraviglie attraverso i suoi santi.

Cattedrale di Siviglia (Spagna)

mercoledì 15 febbraio 2017

Essere chicco di grano

   Possiamo riscoprire nella vita di san Manuel la sua vicinanza al suo popolo, il suo tratto pastorale, le sue opere sociali, frutto del suo amore appassionato a Gesù Cristo e della sua vita eucaristizzata.
   "Il programma del cristiano - il programma del buon Samaritano, il programma di Gesù - è un cuore che vede. Questo cuore vede dove c'è bisogno di amore e agisce in modo conseguente" (Deus caritas est, 31). Per queste parole della Chiesa nel secolo XXI troviamo un faro luminoso nella vita di don Manuel: "Un cuore che vide... e non passò da lontano". Egli vedeva con il cuore. Così lo lascia percepire quando, dopo aver letto un passaggio della Scrittura, esclama: "Ha ferito i miei occhi e il mio cuore...".
   E dopo aver visto e sentito, non passa da lontano; con la sua espressione: "Non fuggì!". Non è rimasto indifferente alla situazione dei suoi fratelli e nemmeno del suo Fratello maggiore: Gesù Sacramentato. In lui non c'è problema di dualità, da una parte la pietà e dall'altra l'attività. Dirà: "Il cammino del Tabernacolo è di andata e ritorno"; uscire da Gesù all'incontro della gente e tornare con loro all'incontro con Gesù.
   Tanto più, insisterei nella stretta dipendenza che esiste tra l'abbandono di Gesù Eucaristia e l'abbandono degli uomini. "Se Gesù, che è la Verità, la Giustizia e l'Amore, è abbandonato, che speranza di sollievo rimane agli abbandonati del mondo?".
   È da qui che, sull'esempio del suo Maestro, la sua vita si converte in un continuo cammino di andata e di ritorno spargendo misericordia: "La tua Misericordia! Questo è il tuo segreto e questo è l'unico perché da tutti i tuoi passi sulla terra, è come il segreto e il perché della tua vita di perpetuo immolato dell'Altare e del Tabernacolo!".
   Evocare la figura di san Manuel González ci porta, da una parte, a ringraziare il Signore per questo suo autentico amico e per tutti quelli che ha posto sul suo cammino, e, dall'altra, a trovare in lui un modello di vita eucaristizzata ed eucaristizzatrice. Quello che egli ha realizzato, in circostanze particolarmente complesse, illumina oggi il nostro cammino. Quello che egli scelse come stile di vita, essere chicco di grano, ci indica il percorso per essere, come lui, una presenza feconda che vive e annuncia l'amore senza limiti di Gesù Eucaristia.

Suor Maria Leonor Mediavilla Becerril
Superiora generale delle Missionarie Eucaristiche di Nazaret 


venerdì 10 febbraio 2017

Preghiere UNER

Offerta della giornata

   Cuore del mio Gesù abbandonato, per mezzo della nostra Madre Immacolata ti offro questa mia giornata e ti chiedo la grazia necessaria per poter fare oggi tutto per te, principio e fine di ogni cosa, e di farti, poichè tu lo vuoi, compagnia gradita e secondo il tuo stile. Che tutti i miei pensieri, affetti e desideri, quanto abbia a dire, a fare e a soffrire, sia diretto al tuo santo servizio e a riparazione dell'abbandono della tua Eucaristia. Amen.


Preghiera della sera

   Sia benedetta e ringraziata la Santissima Trinità, ora e sempre e per tutti i secoli. Ti adoro, Signore e Dio mio, ti offro nuovamente le azioni di questa giornata e ti rendo grazie di avermi creato, redento, fatto cristiano e membro dell'Unione Eucaristica Riparatrice e per tante grazie spirituali e temporali con le quali continuamente mi favorisci, particolarmente per avermi concesso di partecipare oggi al santo sacrificio della Messa, ricevendo il tuo corpo e sangue, e di averti fatto compagnia nel tuo tabernacolo. Amen.