Varie volte Gesù ripeté nel Vangelo le parole «Alzati» e «Cammina»; quest’altra, «Seguimi», rarissimamente. Perché? Forse perché è la parola della intimità. Anime che aspirate a questa dolce e misteriosa intimità, vi invito ad assaporarne bene il profondo significato.
Il suo significato
«Seguimi», detto ad un’anima da Gesù che sa, può e vuole quanto
dice, equivale a dire: «Anima, conosco perfettamente il tuo passato, il tuo
presente e il tuo avvenire, nutro tanta fiducia nel tuo amore, mi trovo
talmente a mio agio accanto a te, ho tanto bisogno di te per la mia gloria e tu
di me per la tua felicità, che non voglio vivere senza di te, né posso
rischiare di dirti “Vai” ci rivedremo in seguito, ma voglio che tu stia con me
ad ogni istante del giorno e della notte».
Per questo motivo il Maestro usava ripetere quella parola dopo aver
illuminato con quel suo sguardo tenero e penetrante coloro che sceglieva ed
elevava al ruolo dolcissimo di suoi intimi amici e, per farne sottolineare
meglio il valore, la faceva precedere da queste altre: «Se vuoi essere
perfetto».
La sua storia
Certo: è una parola che ha una sua precisa storia, e quale storia! Nel
Vangelo il «Seguimi» è la parola con cui Gesù chiamò al suo seguito gli
apostoli e le pie donne, gli amici suoi più intimi; nel tabernacolo, da
dove continua a ripeterla, è la parola creatrice delle grandi abnegazioni e
delle eroiche rinunce al mondo e a se stessi. Quel «Seguimi» detto sottovoce da
Gesù nella comunione al termine degli Esercizi spirituali, quali trasformazioni
radicali, che notevoli vittorie, che dolorose immolazioni ha operato nelle
anime che ebbero la fortuna di sentirselo dire!
Sì, sì, discepole delle prime Marie; informatevi alle grate e alle
ruote dei monasteri, nelle camerate degli ospedali e degli asili, nelle
soffitte, sui campi di battaglia e ovunque dimorino o svolgano il loro
apostolato preziose esistenze consacrate all’amore dell’Amato, informatevi sulla
storia di quella parola e conoscerete storie ricche d’amore e di eroismo,
estremamente varie e incantevoli. Ma c’è proprio bisogno di andare in giro per
trovarne? Senza uscire dalla vostra cerchia, forse ne conoscerete di molto
interessanti.
Anime eucaristiche che della vostra esistenza con tutto ciò che la
riempie, avete fatto come un gemito prolungato di compassione sull’abbandono
del tabernacolo, quale voce attrasse i vostri occhi, i vostri piedi, le vostre
mani, la vostra bocca, le vostre lacrime e tutto il vostro amore? Quale forza
riuscì a trasformare la vostra vita da frivola in saggia, da inutile in
feconda, da oziosa e tiepida in attiva e fervente? Quale segreta forza ha avuto
il potere di rendervi tanto somiglianti alle sante Marie e al discepolo
Giovanni?
Ricordate quel foglietto, quella pagina aperta a caso, quella
comunione, la visita a quel tabernacolo, quella parola…? Ve ne ricordate? All’inizio della vostra vocazione non vi fu, per caso,
quell’affettuoso «Seguimi», la parola della intimità rivolta a voi dal
migliore degli amici?
Anime eucaristiche, quale fortuna la vostra! Nei vostri momenti di
dubbio, di tentazione, di incertezza, di pusillanimità, di lotta tra il dovere
e l’inerzia, di stanchezza, di scoramento, ricordatevi di quelle labbra che vi
dissero: «Seguimi» e di quegli occhi che nel medesimo momento vi illuminavano
con uno sguardo tenero e penetrante…
Badate bene che in quella parola, come non è delimitata la
predilezione che vi dimostra, così non viene precisato per quanto tempo vi
obbliga… «Seguimi» vi è stato detto; il Maestro vuol dire: ora e in seguito,
oggi e domani, sulla terra e in cielo… «Seguimi sempre».
San Manuel González
("Tabernacolo: Vangelo vivo", Ediz. Cantagalli, 135-137)
«Seguimi» vi è stato detto; il Maestro vuol dire: ora e in seguito, oggi e domani, sulla terra e in cielo… «Seguimi sempre». |
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