P. Andrea |
Proveniente dal nostro Convento di Bari, giungo nel Convento-Parrocchia di S. Andrea delle Fratte, nel 1986. Qui conosco le Suore Missionarie Eucaristiche di Nazaret, che collaborano in Chiesa (risiedono nella Chiesa di S. Giuseppe a Capo Le Case che fa parte della nostra Parrocchia).
Per la prima volta ho tra le mani il volume del loro Fondatore “El Obispo del Sagrario abandonado” – Vita del venerabile mons. Manuel González García, mai prima da me conosciuto, nato a Siviglia il 25 febbraio 1887, morto a Madrid il 4 gennaio 1940.
Ora abbiamo la gioia di averlo tra i Santi riconosciuti. È stato canonizzato nello scorso 16 ottobre 2016 da Papa Francesco; con lui altre belle figure, tra cui il giovane quindicenne messicano Giuseppe Sánchez del Río.
Avevo l’intenzione di scrivere più a lungo di lui: ricordare le sue esortazioni, la fondazione dell’Istituto delle Suore Eucaristiche di Nazaret, la persecuzione del 1936 (quanti martiri!), ma diverse circostanze impreviste me lo hanno impedito. Non posso fare a meno però di ricordarlo come Anima Eucaristica.
«Da piccolo –egli scriverà- ho sperimentato una nuova nascita: Eucarestia e Missione. Nell’Eucarestia ho incentrato tutta la mia vita. Ho la commozione di riviverla!». È noto che da seminarista lo sentivano ripetere spesso: «Se dovessi nascere mille volte, mille volte chiederei e pregherei di essere sacerdote». Appena ordinato sacerdote, è inviato a Palomares del Río, un villaggetto. Ci va desideroso di pregare, parlare, salvare. Quanti bei desideri, quanti progetti!
Entra nella chiesetta… che delusione… Dopo mille domande arriva fredda fredda sui suoi entusiasmi la risposta da parte del sacrestano: «La chiesetta è quasi in rovina, la gente è ormai abituata a non venire più». Scoraggiato si pone dinanzi al Tabernacolo, ma in che stato… Che sforzi hanno dovuto fare la sua fede e la sua volontà per non sfuggire: «Ma non sono fuggito!». Lì in ginocchio, di fronte a quei mucchi di stracci e sporcizia, la sua fede vedeva attraverso quella porticina tarata un Gesù così silenzioso, così paziente, così buono che lo guardava… Fissava su di Lui il suo sguardo triste e supplichevole. «Mi diceva tanto e mi chiedeva di più. Sentii la tristezza di quel “non c’era posto per loro a Bethlemme”, la tristezza del tradimento di Giuda, del rinnegamento di Pietro, lo schiaffo del soldato, l’abbandono di tutti. “Anche voi volete lasciarmi?”».
Allora egli potè intravedere per il suo sacerdozio un’occupazione che prima non aveva sognato: essere prete di un paese che non vuole bene a Gesù Cristo, perché lui sacerdote, gli voglia bene in nome di tutto il paese. Pensa di diventare “piedi” di Gesù per portarlo dove c’è bisogno di Lui, di avere le sue mani per dare un’elemosina nel suo nome, anche a chi lo rifiuta; la sua bocca per parlare di lui e consolare nel suo nome e gridare a suo favore e a quanti non vogliono ascoltarlo… fino a che lo ascoltino e lo seguano: che bella missione!
Dopo Palomares viene inviato a Huelva. Qui fonda la Rivista Eucaristica “Granello di senapa”. Nel 1916 viene consacrato Vescovo di Malaga. Raccoglie tanti giovani vicino all’Eucaristia e fonda le Missionarie Eucaristiche di Nazaret. Nel 1935 viene nominato Vescovo di Palencia – Terribile in Spagna la persecuzione del 1936! Nel bacio del Signore muore a Madrid il 4 gennaio 1940. Beatificato da Giovanni Paolo II, viene canonizzato il 16 ottobre 2016, come abbiamo detto, da Papa Francesco.
Questa pagina vuole ricordarlo soprattutto ai sacerdoti che oggi attraversano tanti momenti difficili: «Non sono fuggito!».
P. Andrea M. Lia, Ordine dei Minimi